ArtistiOggiWall#12 - Tonino Caputo




Nel nuovo ArtistiOggiWall vi presentiamo i pezzi unici di Tonino Caputo, acrilici su tela dalla grande precisione architettonica e dalle ampie prospettive del noto pittore leccese classe 1933.
All’interno potrete trovare un'importante selezione di opere su carta, serigrafie, acqueforti e acquetinte, litografie firmate e numerate dall’artista, legate a diversi periodi della sua carriera pittorica, dagli studi romani alle vedute newyorkesi.

TONINO CAPUTO

Nasce a Lecce nel 1933 e nel 1952 si trasferisce a Roma dove si iscrive alla Facoltà di Architettura. Nel ‘58 partecipa ad una mostra collettiva a Roma con Mimmo Rotella, Carla Accardi, Corrado Cagli, Giandomenico Gnoli e Gastone Novelli; inoltre conosce e stringe rapporti d'amicizia con Piero Manzoni. Dal ‘63 al ‘65 lo troviamo attivo a Parigi e nel ‘65 partecipa alla IX° Quadriennale di Roma. Dal 1966 inizia l'attività di scenografo cominciando con il teatro e il cinema di Carmelo Bene di cui sarà amico e stretto collaboratore. Sono sue le scenografie di “Nostra Signora dei Turchi e Capricci” e tutte le locandine degli spettacoli teatrali di Bene di questo periodo. Dal ‘70 al ‘73, Caputo compie diversi viaggi nei paesi dell'Est europeo. Nel ‘72 partecipa alla biennale di Venezia (sezione teatro) con le scenografie per il dramma "Egloga" di Franco Cuomo e Maricla Boggio. Nel ‘74 collabora all'Enciclopedia Treccani come coordinatore dell'immagine del vocabolario. Dal ’77 al ‘79 è in Australia. Tra il 1983 e il 1984 esegue due pale d'altare per la chiesa di Quercia di Aulla (Massa-Carrara). Nel 1983 è in Svezia e a cominciare dal 1984 fa la spola tra Roma e New York. Nel 1992 Caputo risulta nella rivista inglese Art and Design tra i cinquanta artisti italiani più significativi della seconda metà del XIX secolo. Le sue opere figurano in collezioni private e pubbliche in Italia, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Svizzera, Inghilterra, Svezia, Danimarca, Israele, Stati Uniti, Argentina e Australia. Per i suoi scorci urbani desolati, in particolar modo newyorkesi, Fortunato Bellonzi definisce Tonino Caputo il “nuovo metafisico”.