Post Art - Francesca Bellati, Francesco Di Tillo e Lorenzo Giordano
Compagnia Unica
OpenLab: POST ART
Da sabato 1 marzo a sabato
12 aprile 2008
Ancora una volta Open Lab mette in scena tre artisti che
ci mostrano i mezzi e gli esiti che l’arte è in grado di esprimere nella
contemporaneità. Da antichi resti di chiese e conventi che, una volta
recuperati, ospitano centri commerciali e negozi (con spazio espositivo annesso
nel caso, più unico che raro, di Compagnia
Unica) a ruderi di ex-fabbriche che cambiano destinazione d’uso oppure
restano abbandonate al loro degrado: tutti gli elementi dell’arredo urbano, ma
anche gli oggetti di scarto o d’uso comune possono divenire fonte
d’ispirazione, se non materia stessa per plasmare forme d’arte.
Lorenzo Giordano
Lo sono le immagini delle
ex-acciaierie di Cornigliano di Lorenzo
Giordano che, tramite la tecnica fotografica, si fanno reportage
post-industriale di degrado urbano eppure di romantico lirismo. Ispirati da una
della più antiche e innate espressione artistiche dell’uomo, la poesia, in
mostra gli scatti dell’artista saranno accompagnati, mediante l’ausilio di
cuffie wireless, dalle parole di Edoardo Sanguineti, tratte dalla sua antologia
“Mikrokosmos”. Così le inquadrature nette e incalzanti di Giordano
(commissionatigli dal Dipartimento di Archeologia Industriale dell’Università
di Genova e scattate tra novembre ‘06 e gennaio ‘07) prendono forma
sonoro-visiva, per diventare custodi della nostra memoria storica cittadina.
Francesca Bellati
Anche i “Fogli Sparsi” di Francesca Bellati, delicate
improvvisazioni nate dalla mano ispirata dell’artista e da lei in un primo
tempo abbandonate, sono state successivamente recuperate e rielaborate da un
suo amico con l’ausilio della computer grafica. Accentuando col colore i
contorni oppure gli sfondi dei disegni (in origine realizzati a penna, a gesso
o acquerello) si sono evidenziati i particolari in grado di restituire
l’originaria sensibilità della Bellati, capace di penetrare con pochi tratti
l’essenza di quanto rappresentato. Le immagini ottenute sono state, poi,
stampate su pellicola d’alluminio, materiale prediletto per la sua modernità e
leggerezza, acquisendo così nuova carica espressiva, ma preservando al contempo
la loro spontaneità.
Francesco Di Tillo
Non dalla lettura di testi
poetici, ma da rumori, suoni ed elementi di disturbo sono accompagnati i lavori
di Francesco Di Tillo, che partono
dal tema e dalla presenza di un oggetto comune (una finestra, un fusto, una
lanterna), ribaltandone però l’aspetto e la funzione d’uso. L’artista avverte
il richiamo estetico di materiali moderni e metallici quali l’alluminio,
ricercato, lavorato, eppure leggero: con essi plasma tapparelle da cui
trapelano sottili raggi di luce, recipienti in cui si fondono ambiguamente
acqua, luce e materiale organico…Il tutto per creare installazioni affascinanti,
ma non gradevoli, “immagini in movimento” capaci d’impossessarsi dell’ambiente
che le circonda e di destabilizzare l’osservatore incuriosendolo con leggerezza
e acuta ironia.